Le abbuffate sono spesso condotte per riempire un vuoto interiore, il cibo non è solo nutrimento ma espressione della sofferenza e delle difficoltà della persona. Esso diventa una barriera con cui proteggersi dalle relazioni con l’altro vissuto come giudicante e pericoloso, uno strumento autodistruttivo e di autopunizione, che genera sentimenti di disgusto verso il proprio comportamento ed il proprio corpo. L’incapacità di gestire e riconoscere le emozioni incrementa il comportamento impulsivo verso il cibo, alimentando un senso di fallimento ed inefficacia con conseguente abbassamento del tono dell’umore.